Le speranze della musicoterapia
“Io non riesco a immaginare una cosa più appassionante e più piena di promesse della musicoterapia. Diventa necessaria e terapeutica per chi la riceve; i benefici, però, investono anche chi la esercita. Inciterei tutti quelli che la amano a dare il loro contributo affinché questo dono possa raggiungere sempre più persone e alleviare le sofferenze di coloro che ne hanno bisogno” Y. Menuhin
La musica è presente nella vita dell’uomo da sempre. Un tempo si assegnava al suono un’importanza particolare credendo che fosse una forza cosmica attiva fin dalle origini del mondo.
Al dì là delle diverse culture, l’uomo è sempre stato musicale; ci sono delle costanti universali nell’uso della musica, mezzo di comunicazione da considerarsi sempre più prezioso nell’ambiente educativo di oggi che necessita di un’ottica interculturale, anche in considerazione del fatto che l’idea della musica come evento magico e taumaturgico è stata sostituita dal nuovo concetto – più vicino alla scienza moderna – di musicoterapia.
Anche il senso di “stile di vita” appare importante per la descrizione dei moderni approcci alla cura della salute e a come essa viene distribuita; il sé non è un assemblaggio di comportamenti funzionali ma uno stile unificato di comportamento (Dreyfus 1987).
La diagnosi di una malattia è anche un’affermazione che riguarda l’identità personale. (Van Der Geest, 1994) La prospettiva psicosociorelazionale della musicoterapia – volta alla promozione del successo formativo di tutti gli alunni, valorizzandone le risorse personali, l’autonomia e la capacità di azione nel contesto – la rende un intervento complesso, multidimensionale e orientato alla costruzione di una cultura della promozione della salute e del benessere così come indicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
Secondo il suo atto costitutivo, la salute non corrisponde soltanto a una situazione di assenza di malattie ma è uno stato di completo benessere mentale, fisico e sociale che rappresenta un diritto fondamentale dell’uomo. La musicoterapia è, allo stesso tempo arte e scienza. L’arte e la scienza sono atti di scoperta, di immaginazione e di intuizione che danno origine a un’espressione da un lato simbolica ed estetica e, dall’altro, verificabile e investigativa.
“L’una e l’altra danno una nuovaprospettiva del mondo, modellano l’universo in un modo diverso; entrambe sono creazioni dell’uomo”. (Gerrard 1958)
In quanto arte, la musicoterapia presenta due aspetti: primo, lo strumento di terapia, la musica, è una forma d’arte; secondo, il processo della terapia diventa un’arte quando lo strumento sia foggiato dal musicoterapista. (Bruscia)
Il terapista capace, che è completamente in sincronia con l’assistito e che applica le abilità cliniche in modo creativo nel rapporto con l’intero individuo, pratica “l’arte della musicoterapia”. Anche la scienza della musicoterapia presenta due aspetti da considerare: primo, nell’esaminare l’applicazione scientifica dei metodi stabiliti, secondo, il terapista sperimenta, esplora, indaga e scopre cosa funziona o non funziona, quale sia l’efficacia di una certa tecnica e se ha o non ha un’ampia applicazione.
Esistono molte definizioni di Musicoterapia tutte ugualmente valide e condivisibili sebbene nessuna completamente esaustiva, anche perché le definizioni cambiano spesso in ragione del tempo e dell’esperienza. La musicoterapia può essere definita una trans-disciplina nel senso che rappresenta la dinamica combinazione di molte materie che ruotano attorno a due grosse aree: la musica (psicologia della musica, sociologia della musica, acustica e psicoacustica, educazione musicale, antropologia della musica, etc.) e la terapia (psicologia, psicoterapia, counselling, terapia comunicativa, riabilitazione del linguaggio, etc).
La musicoterapia è una disciplina relativamente nuova; oggi sono molti gli studiosi interessati al suo approfondimento e alla sua applicazione in diversi campi. Sono altresì innumerevoli le Associazioni nate negli ultimi anni in diverse parti del mondo. Molte propongono una loro definizione di musicoterapia basata sulle proprie esperienze; ne cito una:
“La musicoterapia è l’uso della musica e/o degli elementi musicali (suono, ritmo, melodia e armonia) da parte di un musicoterapeuta qualificato, con un utente o un gruppo, in un processo atto a facilitare e favorire la comunicazione, la relazione, l’apprendimento, la motricità, l’espressione, l’organizzazione e altri rilevanti obiettivi terapeutici al fine di soddisfare le necessità fisiche, emozionali, mentali, sociali e cognitive. La musicoterapia mira a sviluppare le funzioni potenziali e/o residue dell’individuo in modo tale che questi possa meglio realizzare l’integrazione intra- e interpersonale e consequenzialmente possa migliorare la qualità della vita grazie a un processo preventivo, riabilitativo o terapeutico. (Federazione Mondiale di Musicoterapia WFMT)”
È possibile affermare che l’intervento musicoterapico – inteso come procedimento scientifico utilizzato con lo scopo di intervenire (con funzione integrativa, preventiva, terapeutica o riabilitativa) su vaste aree del comportamento umano – e l’azione dell’attuale scuola – non più “contenutistica” ma volta a favorire uno sviluppo globale degli alunni che consenta loro di “imparare ad apprendere” – abbiano forti convergenze interdisciplinari orientate a perseguire un medesimo obiettivo: lo sviluppo armonico e integrale di ogni soggetto. In tema di obiettivi della musicoterapia, eccoli nel dettaglio:
- Determinare un cambiamento nell’individuo
- Migliorare qualità della vita, promuovere l’agio e il benessere psico-fisico
- Facilitare i rapporti interpersonali
- Coltivare la crescita e lo sviluppo della persona
- Contribuire alla realizzazione di sé
- Attivare processi di conoscenza intra- e interpersonale
- Aumentare la consapevolezza rispetto alle situazioni-problema individuali e collettive
- Alleviare sensazioni dolorifiche e stati di tensione
- Ridurre la fatica e lo stress fisico
- È importante comprendere il significato di salute come ‘benessere psicofisico della persona e sperimentare l’efficacia della musicoterapia come fattore promozionale del benessere della persona.
La salute e il benessere arrivano anche dalla musicoterapia.
Chi di noi non si sente meglio al suono di una musica che ama o cantando sulle note di una canzone? Ora il potere della musica è riconosciuto anche da esperti di medicina e salute; in questi casi, si parla di musicoterapia. In essa viene utilizzata la musica.
Il suono e il ritmo diventano gli strumenti con i quali si sviluppa la creatività, si entra in contatto con se stessi e si curano i problemi della salute (l’ansia, il dolore cronico, l’ipertensione, la difficoltà di apprendimento, etc.). Grazie al suo effetto sul sistema nervoso centrale, la musica è un fattore importante che aiuta a rilassarsi e a ridurre lo stress.
Come strumento per lo sviluppo personale, può migliorare le capacità cognitive (l’attenzione, la memoria), le psicomotorie (l’agilità, la coordinazione, la mobilità) e le socio-emotive. La musicoterapia non si sostituisce alle terapie tradizionali ma può offrire un supporto per migliorare la qualità della vita, agendo positivamente sul controllo del dolore e dell’ansia. Molti la considerano una delle tante cosiddette medicine alternative; ciò, non sembra molto corretto in quanto va, piuttosto, considerata una medicina complementare.
Infatti, mentre alcune medicine alternative pretenderebbero di sostituirsi alla medicina ufficiale, la musicoterapia si pone in modo diverso; quando, per esempio si parla di musicoterapia in oncologia, nessuno pensa che questa disciplina possa sostituirsi alle cure di tipo tradizionale (chirurgia, chemioterapia, radioterapia etc.).
Si ritiene invece che essa serva, perlomeno potenzialmente, da supporto a tali terapie. Infatti, sempre restando nel campo oncologico, la musicoterapia viene consigliata in determinati ambiti (vedasi, per esempio, l’oncologia pediatrica) al fine di ridurre l’ansia e lo stress, ottenere un miglior controllo del dolore, raggiungere un maggiore adattamento ai trattamenti terapeutici e supportare psicologicamente sia il paziente sia i familiari.
Si tratta di un approccio interdisciplinare, che utilizza tutti i canali espressivi verbali e non verbali e che ha l’obiettivo di stimolare e valorizzare ogni forma espressivo-comunicativa grazie a elementi imprescindibili quali: suono, movimento, ritmo, canto, segno grafico, voce, emozione e gesto.
Esiste tra musica e medicina un legame talmente stretto che, all’inizio dell’umanità, esse erano una cosa sola. Come qualsiasi altro remedium, la musicoterapia non può essere usata alla leggera perché un cattivo uso della musica potrebbe risultare dannoso. Essa si è dimostrata davvero efficace per le persone con problemi di comunicazione.
Per quanto riguarda i bambini con autismo, per esempio, è stato scoperto che gli stimoli acustici riducono l’ansia, migliorano il comportamento socio-emozionale e aumentano la fiducia in se stessi. Nello stesso modo, ai bambini con difficoltà nel parlare, la musica e le canzoni aiutano a migliorare la fono-articolazione.
Grazie al loro effetto fisiologico, una musica o una strategia di intervento sono in grado di diminuire il dolore e l’ansia riducendo il livello di cortisolo (ormone associato allo stress) e liberando endorfine, che hanno proprietà rilassanti, analgesiche ed euforiche.
Negli anni, tale pratica ha visto ampliare il suo campo di utilizzo; grazie all’importante contributo della musicoterapia si è potuto innanzitutto migliorare la gestione del dolore fisico e psicologico. Recentemente molti medici hanno introdotto questa tecnica nella loro pratica professionale; in particolar modo, il neurologo Oliver Sacks. Egli ha cercato di approfondire le reazioni del cervello alla musica. Si ritiene che appena sentiamo un suono aumenti il respiro profondo; ciò è un modo positivo ed efficace per abbattere lo stress. La musica riesce anche a ridurre la frequenza cardiaca e regola la temperatura corporea in modo tale da favorire il rilassamento. Inoltre, il corpo produce un maggior quantitativo di serotonina in presenza di musica il che spiegherebbe perché una ninna nanna calma i bambini e li porta ad addormentarsi.
Secondo gli studiosi del Montreal Neurogical Institute, lo stato di gioia indotto dall’ascoltare la musica preferita, registrato attraverso le analisi delle immagini dell’attività cerebrale, prova la risposta positiva alla musica. Se accattivante, sembra stimoli alcune regioni della corteccia cerebrale particolarmente associate alle funzioni del pensare. Questo ma anche vari altri studi scientifici hanno enumerato i benefici della musicoterapia.
Tra le nuove frontiere di essa ci sono la personalizzazione della musica sulle esigenze dei singoli pazienti, un suo uso più olistico così che interagisca in modo ancora più efficace nei percorsi di cura e di benessere e con altre terapie, come la danza-terapia, la cromoterapia e la pet therapy.
Si punta al rafforzamento del suo legame con la dimensione emotiva, cognitiva, relazionale, psicologica, sociologica. La musica esprime ciò che non si può dire e non si può tacere, è qualcosa che tocca tutti indistintamente perché è parte della nostra essenza: è la nostra vita.
La medicina sta, dunque, ondeggiando tra il “toccare una corda” e il “toccare una cura” perché, come sosteneva Pat Conroy, “senza musica la vita è un viaggio nel deserto”.
Autore: Umberto Castiglione, docente di Musica e Musicoterapia, Counsellor Gestalt, Applicatore del metodo Feuerstein
Bibliografia: Musicoterapia . Un’arte oltre le parole L.Bunt ED. Kappa Musicoterapia. M. Cabutto ED Xenia La Musica e il Cervello. Studi sulla neurologia della musica . M.Critchley -R.A. Henson Ed. Piccin
Sitografia: www.musicaemusicoterapia.it