Autori:
Antonella D’Amico, Ph.D., Ricercatore, Dipartimento di Scienze Psicologiche, Pedagogiche e della Formazione dell’Università degli Studi di Palermo – Presidente MetaINTELLIGENZE ONLUS
Maria Vittoria Caiozzo, Avvocato, Mediatore penale, MetaINTELLIGENZE ONLUS, Fondazione Maria Teresa Sammartino ONLUS
Rosangela Taibbi, Psicologa, MetaINTELLIGENZE ONLUS
Cinzia Gambino, Laureanda del Corso di Laurea Magistrale Psicologia Clinica dell’Università degli Studi di Palermo
Francesca Miragliotta, Assistente Sociale, Ufficio di Servizio Sociale per i Minorenni
Rosalba Salierno, Direttore, Ufficio di Servizio Sociale per i Minorenni
RIASSUNTO
MetaEmozioni è un metodo per il potenziamento dell’intelligenza Emotiva che scaturisce dalla ricerca sull’intelligenza emotiva condotta in questi anni da A. D’Amico e collaboratori presso l’Università di Palermo, e che vede oggi la sua implementazione grazie al lavoro degli operatori del Centro Studi Internazionale MetaINTELLIGENZE ONLUS.
In questo articolo viene descritta una delle prime sperimentazioni del metodo MetaEmozioni, condotta nell’ambito della Giustizia Penale Minorile e nello specifico nei programmi di Messa alla Prova, grazie ad una collaborazione tra MetaINTELLIGENZE ONLUS e l’Ufficio di Servizio Sociale per i Minorenni di Palermo, e grazie all’ospitalità della Fondazione Maria Teresa Sammartino ONLUS di Palermo.
INTRODUZIONE
L’Intelligenza Emotiva è definita da Salovey e Mayer (1990), come l’insieme delle abilità di elaborazione delle informazioni emotive: in particolare, si riferisce alla capacità di riconoscere, utilizzare, comprendere e gestire le proprie ed altrui emozioni.
La letteratura internazionale, e quella nazionale che si sta via via affermando ha dimostrato le importanti relazioni tra l’Intelligenza Emotiva e l’apprendimento scolastico, il benessere sociale, i processi di integrazione/inclusione di ragazzi immigrati, nonché il ruolo dell’IE come risorsa per attenuare il disagio psicologico nei ragazzi con Bisogni Educativi Speciali (Contini, 1992; De Caro & D’Amico, 2008; Lanciano, Curci, 2012; Saarni, 1999; Salovey & Mayer, 1990).
Rispetto al modello originale proposto da Mayer e Salovey (1997) prevalentemente concentrato sull’Intelligenza Emotiva come insieme di abilità emotive, D’Amico (2013) ha posto in particolare rilievo lo studio delle dimensioni metacognitive dell’Intelligenza Emotiva, quali le Credenze rispetto alle emozioni, il Concetto di sé emotivo e l’Autovalutazione di prestazione, dimensioni che sono state prese in considerazione nella costruzione di un test originale per la misurazione dell’intelligenza Emotiva in preadolescenti ed adolescenti (IE-ACCME, D’Amico, 2013, Giunti O.S., fig. 1).

Dal connubio tra componenti cognitive (le abilità) e componenti metacognitive (Credenze, Concetto di sé ed Autovalutazione) è nato anche il metodo MetaEmozioni (D’Amico e collaboratori, in corso di pubblicazione), che mira al potenziamento delle abilità metaemotive.
Il Metodo MetaEmozioni
Il metodo MetaEmozioni, ha come obiettivo di educare alle emozioni stimolando nei ragazzi la consapevolezza dei propri vissuti emotivi e della propria esperienza emotiva. Questi due aspetti vengono ritenuti passaggi imprescindibili per la comprensione delle emozioni e quindi per la modificazione di comportamenti e vissuti emotivi disfunzionali. Attraverso l’intervento mirato a sviluppare la dimensione metaemotiva, si può non solo educare l’individuo a riconoscere e comprendere ciò che prova, ma anche aiutarlo ad intervenire attivamente sulle strategie di padronanza delle stesse emozioni, riflettendo responsabilmente sulle scelte – guidate dalle emozioni -che compie ogni giorno.
Il metodo MetaEmozioni prevede un corpus molto ampio di attività diversificate (focus group, compilazione di un diario emotivo, attività e giochi di gruppo) che hanno l’obiettivo di sollecitare la conoscenza e la comprensione delle emozioni, al fine di acquisire maggiore consapevolezza del proprio modo di vivere e gestire le emozioni a livello personale e nel rapporto con gli altri.
Le attività proposte si basano su specifiche aree di intervento:
- Percezione delle emozioni: abilità di riconoscere le proprie emozioni e quelle altrui.
- Facilitazione del pensiero: connessione tra pensiero ed emozione. Le emozioni non vengono lette come un ostacolo al funzionamento razionale, ma piuttosto come un facilitatore.
- Comprensione delle emozioni: interconnessione tra pensiero e linguaggio. Il lessico emotivo è una delle componenti fondamentali delle esperienze emotive.
- Gestione delle emozioni: gestione delle emozioni nel comportamento e nella presa di decisione.
Rispetto ad altri metodi di educazione emotiva e/o di potenziamento delle abilità emotive, il metodo MetaEmozioni ha la principale prerogativa di partire dalla valutazione delle dimensioni cognitive e metacognitive relative alla sfera emotiva, e soprattutto dalla valutazione della loro discrepanza. Infatti, utilizzando il test IE-ACCME (D’Amico, 2013) prima dell’inizio delle attività, è possibile esaminare le Credenze, il Concetto di sé, le Abilità e le capacità di Autovalutazione di prestazione di ogni partecipante, rispetto alla sfera emotiva. Con queste informazioni disponibili, è più proficuo ed efficace condurre con i ragazzi le attività previste nel metodo, ed evidenziare il rapporto tra le abilità possedute in ingresso e le abilità che ciascuno di loro esprime nel corso delle attività.
L’ESPERIENZA
Il metodo MetaEmozioni nel programma di Messa alla Prova
L’esperienza parte dall’incontro tra gli operatori dell’Ufficio di Servizio Sociale del Ministero della giustizia e il gruppo di operatori del Centro Studi Internazionale “MetaINTELLIGENZE ONLUS”.
L’incontro è stato funzionale per l’inizio di un percorso congiunto di riflessione per l’avvio di un gruppo di alfabetizzazione emotiva.
Si è pensato di coinvolgere nelle attività ragazzi che fossero già inseriti all’interno di progetti di messa alla prova (art. 28 D.P.R 488/88), poiché si è ritenuto che il metodo MetaEmozioni potesse servire loro come strumento utile per una revisione critica dell’agire deviante. L’art. 28 D.P.R 488/88 è un beneficio concesso dall’Autorità Giudiziaria in ambito minorile, che prevede la sospensione del processo al fine di consentire al ragazzo/a di “mettere alla prova” le sue capacità all’interno di progetti educativi e, attraverso questo, concludere la sua esperienza penale con l’estinzione del reato. Il progetto diventa il patto che il Giudice fa con il ragazzo, che, a seguito di un adeguato supporto e preparazione da parte dei servizi minorili potrà dimostrare a se stesso e agli altri di essere in grado di impegnarsi in attività positive.
La Messa alla Prova parte dal presupposto che l’ammissione di responsabilità del reato da parte del ragazzo, possa elicitare in lui il desiderio e la motivazione per restituire alla società il danno commesso, anche attraverso azioni riparative.
L’attività prevista con questo progetto consente ai ragazzi/e di prendere consapevolezza delle proprie emozioni e di come queste entrano in gioco nel momento in cui si compie un’azione deviante. L’azione deviante presuppone infatti un reo/vittima ha necessità di essere sentita e percepita come qualcosa che genera uno stato di malessere/ingiustizia da un lato e aggressività/rabbia dall’altro. Imparare a sentire queste emozioni aiuta certamente nel percorso di trasformazione che viene richiesto da un percorso di Messa alla Prova.
La collaborazione con l’Ufficio di Servizio Sociale per i Minorenni
La collaborazione con l’USSM di Palermo ha preso avvio nel mese di Aprile 2015 con un seminario destinato agli assistenti sociali, condotto dalla Dott.ssa D’Amico. Nel corso del seminario è stato illustrato il costrutto di Intelligenza Emotiva e le caratteristiche generali del metodo MetaEmozioni e sono state condivise le modalità di svolgimento previste per il percorso laboratoriale dedicato ai ragazzi.
Da quel momento, grazie alla collaborazione tra MetaINTELLIGENZE ONLUS e l’USSM di Palermo sono stati definiti obiettivi specifici e caratteristiche delle attività che meglio potessero rispondere ai bisogni dei ragazzi.
Partecipanti
Il gruppo originariamente composto da otto ragazzi selezionati sulla base di valutazioni fatte da ogni singolo assistente sociale, si è sostanziato di un gruppo permanente di cinque ragazzi, due di sesso maschile e tre di sesso femminile, di età compresa tra i 14 e i 18 anni. Tutti i partecipanti si trovano in stato di Sospensione di Processo e Messa alla Prova.
Materiali e procedura
Nell’applicazione del metodo MetaEmozioni, nel lavoro con i ragazzi del circuito penale, sono state selezionate alcune delle attività previste all’interno del metodo generale, in funzione dell’età dei ragazzi del tempo disponibile e del contesto in cui si è svolto l’intervento.
Il percorso ha visto il suo svolgimento nei mesi di Maggio-Luglio 2015 presso la sede della Fondazione Maria Teresa Sammartino ONLUS di Palermo, ed è stato strutturato in dieci incontri dalla durata di due ore ciascuno, per un totale di venti ore, una volta a settimana.
Gli incontri settimanali hanno visto la partecipazione attiva di un’assistente sociale, di uno psicologo e di un mediatore penale.

Ogni appuntamento ha richiesto la partecipazione attiva dei ragazzi che sono stati coinvolti nelle diverse attività.
All’inizio delle attività è stato consegnato ai ragazzi il “Diario delle Emozioni” (fig. 2), in cui annotare quotidianamente i propri stati d’animo, accompagnati dalle domande, “cosa è successo?” “Come ti sei sentito?”.
Dopo il primo incontro di autopresentazione del gruppo, tutti gli incontri successivi si sono aperti con la discussione del Diario delle emozioni della settimana precedente, con la presentazione e spiegazione delle diverse attività da svolgere durante l’incontro e ogni volta i partecipanti sono stati invitati a compilare la parte del test IE-ACCME che valutava l’area (Percezione, Facilitazione, Comprensione e Gestione delle emozioni) da affrontare durante il pomeriggio.
Le attività svolte dai ragazzi hanno riguardato la discriminazione ed riconoscimento delle proprie ed altrui emozioni. Alcuni esempi, non esaustivi, sono riportati nell’immagini.
Oltre allo sviluppo delle abilità personali, è stato posto l’accento sull’ascolto e il rispetto delle emozioni altrui (fig. 3).

Data la difficoltà dei ragazzi ad aprirsi a un mondo nuovo – quello delle emozioni – di cui non sono abituati a parlare in contesti istituzionali, operatori e ragazzi hanno lavorato in sinergia nell’esecuzione dei compiti assegnatiper stabilire un clima di fiducia e serenità. Sono state anche realizzate delle attività di tipo espressivo, come “Stato d’animo a colori” (fig. 4) e “Ascoltati “(fig. 5) per facilitare i ragazzi nella costruzione delle sinestesie tra emozioni, colori e musica.
Figure 4 e 5.“Stato d’animo a colori”: per conoscere, attraverso il disegno libero, il modo di rappresentarsi e rapportarsi con se stessi proprio e dell’altro.
Altre attività, come “La Fisarmonica”, hanno riguardato la comprensione e la gestione delle emozioni

Alla fine degli incontri ai ragazzi è stato somministrato un Questionario finale, per conoscere il loro punto di vista sull’utilità delle attività proposte e svolte nel percorso esperienziale MetaEmozioni. Il questionario è diviso in due parti: nella prima parte si indaga su quale attività del metodo MetaEmozioni i ragazzi credono sia stata più utile per riconoscere, utilizzare, comprendere e gestire le proprie emozioni (Figura 8), nella seconda sessione si esplora quali delle quattordici attività svolte sono state maggiormente gradite (Figura 9). Per ogni item, il ragazzi erano invitati a rispondere su scala likert a 5 punti (per niente vero =0; poco vero=1; vero=2; molto vero=3; verissimo=4).
Risultati e discussione
Come si evince dai risultati riportati nel grafico (Figura 8) i ragazzi che hanno partecipato al percorso MetaEmozioni ritengono che le attività svolte li hanno molto aiutati (risposte tra “vero” e “molto vero”) a capire le loro emozioni (item 3); ad esprimere le emozioni attraverso il corpo (item 4) o a capire come le emozioni si possano modificare in funzione di ciò che si ascolta si fa e/o si pensa (item 7). Hanno avuto modo di riflettere sulla differenza tra comunicazione verbale e comunicazione non verbale (item 5), sul fatto che anche le emozioni spiacevoli possono essere utili in alcune circostanze (item 6) e sul riconoscimento dei diversi stati d’animo attraverso discussioni e “giochi” di gruppo (item 9).
I ragazzi, dimostrando anche una riflessione approfondita sulle attività, rispondono poi che le attività hanno consentito loro di acquisire solo parzialmente (risposte tra “poco vero” e “vero”) abilità di; associazione delle emozioni alle sensazioni fisiche (item 1); analisi delle espressioni non verbali degli altri (item 2); osservazione e riflessione sui comportamenti messi in atto quando le emozioni provate sono negative (item 8); riflessione su strategie di fronteggiamento di situazioni problematiche della vita quotidiana (item 10); acquisizione di nuovi modi per far fronte a quelle situazioni che possono generare preoccupazione
item11

Relativamente alla seconda parte del questionario riguardante le quattordici attività svolte all’interno del percorso MetaEmozioni, particolarmente utile è stato ritenuto il Cuciverba Emotivo (area comprensione) quattro ragazzi su cinque; tre ragazzi su cinque hanno indicato utili lo strumento del Cartesio delle Emozioni che li ha accompagnati trasversalmente per tutto il percorso, Penso-Sento-Agisco (area comprensione) e la Scatola delle Emozioni (area comprensione). Due ragazzi su cinque hanno suggerito utili le attività Stato d’Animo a Colori (area comprensione) e Racconta una Storia (area gestione); 1 ragazzo su cinque ha indicato come utile le attività Domino (area comprensione) e il Come fate? (area gestione).
È quindi evidente come le attività che hanno riscosso maggior interesse tra i partecipanti al percorso MetaEmozioni sono quelle che riguardano l’area della comprensione delle emozioni, ovvero quelle attività in cui ci si è focalizzati sull’interconnessione tra pensiero e linguaggio. Tutto questo ci deve far riflettere su come il lessico emotivo oltre ad essere una delle componenti fondamentali delle esperienze emotive dei giovani in generale, può diventare la via di accesso per entrare in contatto con ragazzi di questa fascia d’età.
DISCUSSIONE E CONCLUSIONI
Il metodo MetaEmozioni è stato proposto ai partecipanti come un’opportunità per potersi avvicinare, in modo semplice, spontaneo e giocoso alla tematica delle emozioni. Obiettivi delle attività è stato quello di accompagnare, incontro dopo incontro, i ragazzi a riflettere sui propri comportamenti, sulle proprie emozioni e sulle modalità di stare in relazione con gli altri e tutto ciò è avvenuto grazie alle attività proposte. Tutte le attività/gioco hanno consentito ad ogni ragazzo di fare esperienze relazionali all’interno del gruppo, in modo da aiutare ognuno di loro a diventare sempre più capaci di capire se stessi e gli altri ed acquisire consapevolezza riguardo le dinamiche sottostanti i rapporti sociali.
Questa esperienza, rappresenta la prima applicazione del metodo MetaEmozioni, ed è stata particolarmente significative in quanto ha consentito di perfezionare il protocollo delle attività, nell’alternanza tra valutazione ed intervento, e di definire con più efficacia alcune delle attività.
L’applicazione delle attività di ricerca e di intervento sull’Intelligenza Emotiva in ambito penale, non si fermerà certamente a questa esperienza e potrà certamente dare importanti frutti. L’area Penale Minorile è quella in cui, forse più di ogni altra, lavorare sull’educazione emotiva e sul potenziamento dell’Intelligenza Emotiva appare come passaggio imprescindibile nel tentativo di riconsegnare alla società individui maggiormente in grado di regolare le proprie emozioni ed i propri comportamenti così da evitare la reiterazione di comportamenti socialmente devianti.
In questo senso, possiamo affermare che i veri punti di forza dell’esperienza sono stati i ragazzi stessi che vi hanno preso parte, alcuni di loro hanno fatto proprie le attività con estrema velocità e naturalezza, dimostrando come parlare e pensare con le emozioni sia un comportamento naturale che per alcuni necessita solo di essere “risvegliato”.
BIBLIOGRAFIA
Contini, M. (1992). Per una pedagogia delle emozioni. Firenze, La Nuova Italia.
D’Amico, A. (2013). Test IE-ACCME – Intelligenza emotiva: Abilità, Conoscenza e Consapevolezza Meta-Emotiva. Test per adolescenti. Firenze: Giunti O.S.
De Caro, T., & D’Amico, A. (2008). L’intelligenza emotiva: rassegna dei principali modelli teorici, degli strumenti di valutazione e dei primi risultati di ricerca. Giornale Italiano di Psicologia.
Lanciano T., Curci A. (2012). L’Intelligenza Emotiva predice il successo accademico? Uno studio su un campione universitario italiano. Psychofenia, 26, 56-58.
Mayer, J. D., Caruso, D. & Salovey, P., (2000). Emotional intelligence meets traditional standards for an intelligence. Intelligence, 27 (4), pp 267-298.
Saarni, C. (1999). The Development of Emotional Competence. Guilford Press, New York
Salovey, P. & Mayer, J.D. (1990).Emotional intelligence. Imagination, cognition, and personality, 9, 185-211.
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