Come insegniamo ai bambini ad “andare” in bici?
A questa domanda ciascuna mamma o papà sa rispondere molto bene e con precisa competenza.
L’adulto sa che non basta spiegare a parole come guidare la bici ma che è necessario presentare un modello visivo e soprattutto motorio (guarda come si fa!).
Poi lo si incoraggia , sapendo che è solo questione di tempo, aiutandolo gradualmente nelle varie fasi della pedalata, sorreggendolo e sostenendolo per acquisire sicurezza e il giusto equilibrio.
Gli adulti avvertiranno il momento in cui il bambino potrà sentirsi sicuro di andare da solo in bici, consapevoli però che saranno necessari ancora alcuni giorni, prima che il bambino possa acquisire la totale abilità. Verrà, quindi, assistito, consigliato e osservato a distanza. Insomma, lo si accompagnerà fino a quando non verranno automatizzati i vari movimenti in armonia tra loro.
Tutto abbastanza scontato potremmo dire! Chi non conosce queste fasi?
Ebbene qualcosa di simile dovrebbe, però, accadere anche per l’apprendimento scolastico.
Invece?
Invece molto spesso ciò non avviene.
Al bambino, e all’adolescente, andrebbe spiegato/insegnato come si studia (strategie), come funzionano i vari processi da mettere in pratica e come automonitorarsi.
Queste spiegazioni dovrebbero inoltre essere pertinenti, nel senso che non risulta sufficiente darle in maniera verbale ma attraverso un modello visivo (guarda come si fa!).
Andrebbero favorite riflessioni e commenti, far notare gli effetti positivi che le nuove strategie hanno sull’apprendimento e a non aver timore degli errori poiché indispensabili per imparare e crescere!
Via via lo si potrà spronare a “guidare” da solo, utilizzando le varie strategie, prima in semi e poi in totale autonomia.
E infine?
Stimolare tanta esercitazione ma con l’ormai consapevolezza, nel bambino, che le strategie migliorano e incrementano le proprie abilità!
Quale esito ci aspettiamo da un approccio simile?
Un significativo miglioramento dei processi di studio, un incremento dell’autoregolazione, un adeguato senso di auto-efficacia e quindi… un buon senso di equilibrio nello studio!
Rosangela Taibbi dice
A tal proposito, osserviamo quel bambino che a partire dai 3 anni non é ancora capace di andare in bicicletta o semplicemente pedalare, anche questo puó essere considerato un precursore di rischio di future difficoltà dell’apprendimento.
Emanuele dice
Riscontro positivamente il richiamo all’esercitazione, oggi, a mio avviso, troppo vituperata forse per la difficoltà di distinguerla dall’inutile ripetizione
Antonella dice
La parte più difficile è scegliere il momento giusto per lasciarli andare…
DR. Aldo dice
Interessante analogia. Leggo di strategie di studio e non posso non pensare a programmazione, pianificazione, procedure etc., ma tutto questo non deve basarsi su una buona motivazione? A meno che il piacere di studiare non cresca di pari passo ai risultati ottenuti.