L’ebook (presente anche in versione cartacea) offre una panoramica sui DSA della lettura o Dislessie.
Vengono descritti i processi cognitivi coinvolti nella lettura, le diverse forme di dislessia evolutiva e le relative ipotesi interpretative, nonché il processo di valutazione, diagnosi ed intervento. Una sezione è dedicata ai processi di comprensione del testo, frequente fonte di difficoltà anche in assenza di dislessia.
Autore: Antonella D’Amico
Collana: Gli ebook di MetaIntelligenze

Interpretazioni teoriche, processo diagnostico e modello d’intervento
Quello della lettura e dei DSA in lettura è un mondo molto vasto, che ha visto negli ultimi anni una crescita esponenziale di modelli interpretativi, metodi e strumenti di intervento.
È ormai assodato che, così come non esiste un unico modo attraverso il quale tutti noi leggiamo, non esiste un’unica forma di dislessia. Di conseguenza, anche i metodi di valutazione e le strategie di intervento devono essere sempre più personalizzati ed approfonditi.
È poi necessario fare alcune considerazioni di carattere più generale, legate alla sfera psicologica e motivazionale.
Aldilà delle caratteristiche neuropsicologiche, degli specifici processi cognitivi coinvolti, la dislessia è associata, come il DSM 5 ricorda, con una serie di indicatori di disagio psicosociale. È altamente probabile che il disagio psicosociale sia una conseguenza del DSA, e soprattutto dell’impatto negativo che il DSA comporta nella vita scolastica e relazionale del bambino prima e dell’adolescente poi.
Ricordiamo che nonostante le leggi, tuttora molti ragazzi a scuola non vengono correttamente identificati, subiscono numerose bocciature e vengono considerati come poco volenterosi o attenti, laddove a loro mancano, invece, gli strumenti per apprendere con la stessa facilità degli altri.
A cinque anni dalla promulgazione della legge le cose stanno lentamente cambiando, molti bambini vengono segnalati già dalle prime classi della scuola primaria, ed in alcuni casi, seppur tardivamente (anche nella scuola superiore), sono sempre le insegnanti che, magari dopo opportuna formazione sui DSA, iniziano ad interrogarsi sulla possibilità che l’insuccesso di uno o più dei loro alunni, seppur non più in tenera età, possa essere attribuito ad un DSA piuttosto che al disimpegno.
Penso si possa essere ottimisti quindi, nel ritenere che gli esiti di disagio psicosociale che abbiamo ad oggi osservato e che ritroviamo nei ragazzi più grandi, con il tempo potranno attenuarsi e ridursi, se la scuola ed i docenti sempre più troveranno delle risposte per i propri alunni, in termini di didattica personalizzata, di erogazione e di misure dispensative e strumenti compensativi, e se nel contesto extrascolastico sempre più operatori saranno in grado di fornire ai bambini con dislessia trattamenti di alto livello professionale, mirati e tempestivi.
Siamo a metà strada