Lo scorso 12 aprile 2016 MetaIntelligenze ONLUS ha organizzato un evento di beneficenza in favore dei bambini della comunità palermitana di Sant’Egidio, grazie all’ospitalità della galleria d’arte Bobez, e grazie anche al contributo di Atmosfera Musicale, Istituto Pietro Piazza Metamoorfon, Enoteca Divina e Le Note Sparse.
Parte dei fondi raccolti durante la serata sono stati utilizzati per realizzare il percorso MetaEmozioni Children..
Gli operatori del Centro Studi Internazionale Metaintelligenze ONLUS, con la guida scientifica di Antonella D’Amico, stanno sviluppando e sperimentando una serie di percorsi finalizzati allo sviluppo della consapevolezza e dell’intelligenza emotiva, da applicare in diversi contesti: didattico, clinico, giuridico e sociale.
All’esperienza condotta presso la sede della comunità di Sant’Egidio di Palermo, hanno partecipato quattro bambini ed una bambina di età compresa tra i sei e gli otto anni. L’idea delle attività proposte all’interno del laboratorio era quella di consentire ad ognuno di loro di apprendere attraverso il gioco come le emozioni assumano un ruolo determinante nella vita di tutti i giorni.
L’obiettivo è stato quello di focalizzare l’attenzione sui punti di forza da cui i bambini stessi partivano e successivamente costruire giorno dopo giorno il percorso più adatto per favorire un’alfabetizzazione emotiva che potesse portare alla percezione e comprensione delle emozioni.
Le attività programmate sono state strutturate in cinque incontri e ognuno di questi ha avuto la durata di circa due ore. Ogni incontro è stato strutturato secondo uno specifico ordine che prevedeva una prima parte di riflessione guidata e di rilassamento corporeo, in cui i bambini venivano invitati attraverso delle attività a riflettere sulle emozioni; ed infine una parte pratica in cui tutti potevano dar voce alla proprie emozioni e alla creatività attraverso varie attività. Non è mancata ogni giorno una pausa in cui ogni bambino a turno aveva il compito e la “responsabilità” di preparare la merenda per tutti.
Nel corso degli incontri, i bambini, poco abituati ad una costante focalizzazione sulle emozioni, hanno mostrato all’inizio poca dimestichezza linguistica ed un carente lessico emotivo. Il primo giorno, grazie al lavoro con l’ausilio del software “Sviluppare l’Intelligenza Emotiva” di D’Amico e De Caro (2008) e il supporto dei conduttori i bambini hanno svolto delle attività che rientrano a far parte di quella che viene definita “area della percezione delle emozioni” es sono quindi avviati al loro percorso di alfabetizzazione emotiva…
I bambini hanno quindi lavorato, attraverso il disegno e la pittura sulle espressioni facciali delle diverse emozioni, e sulle relative etichette linguistiche, al fine di ampliare il lessico emotivo.
Avendo svolto i laboratori durante le vacanze di Natale, nel corso del secondo incontro è stato chiesto ai bambini come stavano trascorrendo questi giorni di feste e che emozioni avevano provato durante queste giornate. Tutti i bambini hanno raccontato le loro esperienze, dimostrando la loro grade apertura a parlare di se stessi e delle proprie emozioni, talvolta usando un linguaggio appropriato, talvolta invece manifestando la necessità di essere adeguatamente stimolati.
Successivamente ai bambini sono state poste delle domande sulla consapevolezza del respiro (tra le esclamazioni più divertenti “ma, non si può non respirare!”). Si è riflettuto insieme sull’importanza del respiro e sulla necessità di prestarvi attenzione.
Da quel momento in poi abbiamo chiesto a tutti di concentrarsi sul proprio respiro e provare a sentire il proprio corpo. Ancora una volta abbiamo osservato qualcuno molto attento, che respirava con molta calma e sembrava quasi estasiato dalla situazione creata. Altri hanno fatto più fatica nello svolgere questo l’esercizio. Per facilitare la presa di contatto con il proprio corpo e il proprio stato emotivo abbiamo utilizzato come canale la musica la quale ha permesso ad alcuni di loro di trovare la via d’accesso adeguata per poter svolgere l’attività in modo sereno.
Nella seconda parte della giornata, più ludica e creativa, i bambini hanno utilizzato colori e pennelli e guidati dalla musica hanno “dipinto le loro emozioni”..
La musica utilizzata cambiava spesso il suo ritmo, passando da ritmi più allegri a ritmi più tristi e così via per tutte le emozioni di base. Tutti i bambini hanno lavorato con partecipazione. Ancora una volta. È stato possibile evidenziare come la musica con le sue sfumature ritmiche guidava il modo di dipingere di ogni bambino. È estremamente singolare vedere come questa attività meta-emotiva, a prescindere da età, sesso o ceto sociale dei partecipanti ai percorsi, raggiunga il medesimo obiettivo. Tutti sembrano come rapiti dal ritmo e ogni pennellata è un’emozione che grazie ad un colore si riesce ad imprimere su un foglio.
Il terzo giorno si è aperto con la richiesta da parte degli operatori di formare un cerchio su di un tappeto. È stata loro narrata una storia ricca di emozioni su cui loro dovranno costruire mentalmente delle immagini per poi esprimere le emozioni che il protagonista prova. Quasi tutti i bambini hanno dato diversi nomi alle emozioni e da qui in poi si osserva anche un loro cambiamento di linguaggio, riescono finalmente a cogliere anche le sfumature di una stessa emozione. È, ad esempio, il caso di F. il quale suggerisce che “quando provi rabbia senti caldo e ti batte il cuore forte, mentre quando sei in collera sei più arrabbiato perché senti più caldo e il cuore ti scoppia!”.
Le attività si sono susseguite una dopo l’altra e, a seguito della merenda, i bambini hanno nuovamente utilizzato il software “Sviluppare l’Intelligenza Emotiva”. Anche se è passato poco tempo si è osservato un netto miglioramento anche nell’utilizzo dei training fatti con l’ausilio del computer.
Giunti quasi alla conclusione del percorso i bambini erano ora pronti a svolgere un incontro in cui fossero loro stessi i fautori delle attività da svolgere.
Infatti, durante il penultimo giorno incontro abbiamo proposto ai bambini di costruire una storia sottolineando le emozioni che il protagonista provava:
“Conduttore: c’era una volta un bambino che si chiamava Sammy…
F.: Sammy uscì di casa per andare dalla nonna e incontrò un lupo, Sammy era preoccupato..
G.: Sammy era preoccupato perché doveva portare il cibo alla nonna che stava male. Sammy cercava di nascondersi dietro ad un albero perché provava paura.
C.: La nonna di Sammy era vecchia. Il lupo voleva mangiarsi sia Sammy che il dolce che stava portando alla nonna (la bambina ridacchia).
V.: (il bambino parla attraverso il cane) Sammy approfittando del momento si mangia il dolce che doveva portare alla nonna e si sente felice.
F.: Sammy prende un coltello e uccide il lupo e si sente fiero (è contento di aver fatto un’azione buona)
G.: Sammy andò dalla nonna senza il dolce e trovò la nonna che già mangiava e così non si sentì in colpa.”
Dopo aver concluso la storia sono state proposte altre attività che richiedevano il movimento del corpo. Tra queste ad esempio troviamo “il mimo delle emozioni” o “il sacco delle emozioni”. Utilizzare queste attività ha un duplice funzione, oltre ad accrescere le competenze sulle emozioni dei bambini è servito anche a noi operatori per testare come tutti i partecipanti in pochissimi giorni avessero sviluppato alcune abilità emotive.
Alla fine del percorso, abbiamo richiesto la presenza dei genitori e dei volontari della comunità di Sant’Egidio, per consentire ai bambini di raccontare il lavoro fatto nei giorni trascorsi insieme e di raccontare cosa avessero imparato attraverso il laboratorio. Tutti i bambini hanno descritto gli incontri come piacevoli e divertenti. K. in quale ha descritto il lavoro fatto come “…un laboratorio utile per capire la rabbia e gestirla”, o ancora F.”…un laboratorio per imparare a stare insieme agli altri”, G.”..un laboratorio che ci ha aiutato e insegnato ad immaginare”, C.”un laboratorio per imparare le emozioni”, V.” un laboratorio per fare i bravi e imparare a respirare”.
Successivamente si è chiesto ai bambini quali erano le emozioni su cui avevano più riflettuto e tra le risposte da loro riportate vogliamo ricordare: “la gioia di quando succedono le cose belle”, “la rabbia, quando si prova a non dare sempre pugni ma a respirare” e “il disgusto”.
Per concludere, i bambini sono stati invitati a riflettere sul fatto che non si è molto differenti l’uno dall’altro quando si provano emozioni, ad esempio quasi tutti loro hanno utilizzato gli stessi colori per le stesse emozioni nella griglia dell’attività ”colora l’emozione”.
Questa per noi è la strada maestra da percorrere per una vera inclusione sociale.
I risultati di questo percorso? Nelle parole dei bambini: “quando ricomincia il laboratorio?”
Speriamo che questo breve percorso, che ha visto l’incontro tra l’associazione Metaintelligenze ONLUS e la comunità di Sant’Egidio, realizzato grazie al contributo di beneficenza di molti di voi, sia il primo di una lunga serie di “contaminazioni” tra MetaIntelligenze Onlus ed il territorio, nel sociale e per il sociale.
Galleria fotografica
A cura di: Antonella D’Amico, Cinzia Gambino, Chiara Frontini, Giusy Fabiola Ferraro
Antonella D’Amico: ricercatore di Psicologia generale, presso il Dipartimento di Scienze psicologiche pedagogiche e della formazione dell’Università degli studi di Palermo
Chiara Frontini: psicologa e socia Centro Studi Metaintelligenze onlus
Giusy Fabiola Ferraro: Insegnante e psicologo scolastico, esperto in diagnosie trattanento dei Disturbi dell’apprendimento nell’età evolutiva e socia Centro Studi Metaintelligenze onlus
Cinzia Gambino: Dott.ssa in Psicologia Clinica e socia del Centro
Studi Metaintelligenze onlus